L'ultima nata in Gemelli ART

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Tumori: 'mix' chemio e radioterapia cancro seno aiuto per chirurgia 'soft'

Tratto da Panorama.it del 9 agosto 2014

 

Roma, 8 ago. (AdnKronos Salute) - Piccole dosi di radioterapia contro il cancro al seno possono ridurre la massa tumorale consentendo un intervento più conservativo della mammella. E' quanto stabilito da uno studio clinico di fase II su pazienti in cura al Policlinico Gemelli di Roma, condotta dall’equipe di Vincenzo Valentini, direttore dell’Unità operativa complessa di Radioterapia oncologica dell'ospedale capitolino. La ricerca mostra che combinare alla tradizionale chemioterapia anche la radioterapia prima dell’intervento facilita un'operazione meno demolitiva, altrimenti non sempre possibile. I risultati sono pubblicati sulla rivista specializzata 'The Breast'.

Gli esperti del Gemelli hanno dimostrato che 6 cicli di radioterapia a basse dosi, somministrata in concomitanza al tradizionale trattamento chemioterapico pre-operatorio, aumentano di oltre il 30% la risposta pressoché completa del tumore (cioè la sua scomparsa clinica e istologica) e di oltre l’85% le chance di una paziente di sottoporsi a una chirurgia non demolitiva della mammella. La radioterapia risulta ben tollerata dalle donne ed è efficace nel ridurre la massa tumorale al punto da consentire un intervento più conservativo, soprattutto nel gruppo di pazienti con recettori ormonali positivi, generalmente meno responsive alla chemioterapia pre-operatoria.

"Il trial clinico - spiega Luigia Nardone, dell’Unità operativa di Radioterapia oncologica del Gemelli, che ha coordinato lo studio - nasce da una nostra idea di abbinare piccole dosi di radioterapia alla tradizionale chemioterapia, che si esegue prima di operare la paziente per rimuovere il tumore.
Abbiamo visto che il trattamento radioterapico potenzia l’efficacia della chemio, senza aumentarne gli effetti collaterali". I risultati dello studio hanno confermato che l’aggiunta della radioterapia a basse dosi al trattamento sistemico ha un basso profilo di tossicità e una positiva interazione in particolare con alcuni sottotipi molecolari del tumore mammario. E’ in corso di pianificazione uno studio prospettico su più ampia e selezionata casistica per confermare i risultati ottenuti.

"Oggi, in alcune situazioni cliniche di malattia classificata in stadio IIA-B e IIIA, prima di sottoporre la paziente con carcinoma della mammella all’intervento di rimozione del tumore - spiega Nardone - si esegue un trattamento con farmaci chemioterapici (solitamente 6 cicli) finalizzato a ridurre la massa tumorale. In modo che al momento dell’intervento si possa aumentare la possibilità di una chirurgia conservativa della mammella. Di qui l’idea di abbinare ai farmaci la radioterapia a basse dosi sulla sede del tumore mammario, onde evitare di aggiungere tossicità alle pazienti già sottoposte a chemio".

Testata su 21 pazienti, 17 delle quali con recettori ormonali positivi e 4 cosiddette 'triplo negative', la terapia preoperatoria combinata si è rivelata ben tollerata e per oltre l’85% delle donne efficace nel consentire un intervento chirurgico conservativo. Non sono state incluse nello studio le pazienti HER2-neu positive, che possono giovarsi dell’associazione di chemioterapia con anticorpo monoclonale, solitamente molto più responsive al trattamento farmacologico pre-operatorio. Nelle pazienti che hanno aderito alla sperimentazione la riduzione del tumore è consistente e aumenta la probabilità della donna di essere operata con chirurgia conservativa rispetto alla sola chemioterapia.

"La radioterapia - conclude Valentini - consente anche di ridurre il tempo del trattamento radioterapico sulla mammella operata che di solito si rende necessario dopo l’intervento per prevenire la comparsa di recidive locali".

 

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Una radioterapia "mirata" alla qualità di vita

 

Grazie ai progressi tecnologici dell’ultimo decennio, la radioterapia sta evolvendo rapidamente: sempre più complessa e sofisticata, è in grado di offrire tipologie di trattamento sempre più precise e personalizzate. Strumentazioni all'avanguardia consentono un trattamento mirato esclusivamente all'organo compromesso, minimizzando il rischio di danneggiare i tessuti sani. La terapia somministrata con queste nuove tecnologie favorisce inoltre una migliore qualità della vita e, grazie alla brevità dei tempi di trattamento, può essere somministrata anche a quei gruppi di pazienti che presentano situazioni tradizionalmente considerate “difficili”, come ad esempio una condizione avanzata di malattia, un'età anagrafica non più “verde” o la coesistenza di diverse patologie.

 

Vediamo in maggiore dettaglio alcuni tra i vantaggi più evidenti legati alla somministrazione di un trattamento di radioterapia mirata:

 

  • Evita un intervento chirurgico demolitivo. Nell'ambito della chirurgia radicale si riconoscono modalità d'intervento più o meno invasive, tali a volte da condizionare pesantemente la qualità della vita che segue l'intervento: è il caso dell'isterectomia allargata per i tumori ginecologici più estesi, delle resezioni gastrointestinali, delle mastectomie radicali, degli interventi di amputazione degli arti e dell'asportazione della laringe. In una collaborazione tra chirurghi, oncologi medici, radiologi e anatomopatologi, il nostro Centro sta portando avanti linee di ricerca che porteranno alla possibilità cura, con la sola radioterapia, di particolari gruppi di pazienti con tumori rettali o lesioni multiple da altre neoplasie.
  • Riduce i tempi di trattamento e può essere somministrata anche a gruppi di pazienti con “quadro clinico complesso”. Nel caso di pazienti anziani, inoltre, per i quali l'intervento chirurgico risulta essere rischioso per la vita, o nel caso di coesistenza di diverse patologie in un medesimo individuo, la radioterapia mirata si presenta a tutti gli effetti come l'unica modalità di trattamento possibile.
  • Migliora la qualità di vita. Le linee di ricerca della nostra Divisione sono orientate alla cura di neoplasie con il solo uso della radioterapia mirata in diversi tipi di tumore, tra i quali il tumore della prostata, caso in cui si sono potute mantenere delle buone funzionalità sia urinarie che rettali; inoltre sono stati trattati con successo pazienti con tumore alla mammella, evitando loro il trauma della mastectomia. Abbiamo anche avuto casi di tumore alla faringe di cantanti che, dopo il trattamento, hanno continuato a svolgere la loro attività grazie ad una cura radioterapica mirata al singolo organo.

 

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